Dal 1962 ad oggi coltiviamo riso con grande passione e spirito di innovazione. La nostra Azienda Agricola sorge alle porte della grande distesa risicola vercellese, nel comune di Santhia’, dove il riso eccelle per produzione ma soprattutto qualita’.
Il riso (Oryza Sativa) e’ una coltura molto antica (si hanno notizie dal 6000 a.c.), originaria del Sud-Est asiatico; conosciuta dal mondo occidentale grazie alle conquiste di Alessandro Magno, la sua coltivazione e’ stata introdotta molto piu’ tardi in Europa dagli Arabi tra il VI e il X secolo.
Il maggior produttore Europeo di riso e l’Italia dove la superficie coltivata e’ di circa 220.000 ettari. Le province dove e’ piu’ concentrata la coltura sono Vercelli, Novara, Pavia e Milano.
MORFOLOGIA
Il riso si divide in due sottospecie:
• Indica: con granello stretto e allungato;
• Japonica: con granello piu’ tozzo.
Il riso e’ una pianta che si e’ adattata a vivere in ambienti paludosi; ha un apparato radicale fascicolato e nelle radici avventizie sono presenti vasi aeriferi che servono a portare ossigeno alle radici. Il culmo ha internodi cavi, le foglie sono ruvide per la presenza di peli corti e rigidi. L’altezza della pianta puo’ variare dai 60 cm fino ad oltre 1 m. L’infiorescenza e’ una pannocchia, o panicolo, costituita da un rachide ramificato portante spighette uniflore. Il fiore e’ racchiuso da piccole glume e da glumelle molto sviluppate. Le glumelle di diverso colore nelle differenti varieta’, rimangono attaccate alla cariosside vestita, detta risone. La fecondazione e’ autogama. Il peso dei 1000 semi e’ variabile dai 25 ai 45 g.
Le fasi del ciclo vitale sono:
• Germinazione: fuoriuscita dell’ embrione dal seme;
• Accestimento: da una pianta madre crescono piu’ piante figlie (in numero variabile a seconda della varieta’);
• Levata: vi e’ una crescita in altezza della pianta dovuta all’ allungamento degli internodi;
• Spigatura: fuoriuscita della pannocchia dalla guaina fogliare;
• Fioritura: fuoriuscita del polline e fecondazione delle cariossidi;
• Maturazione: fase in cui la cariosside e’ stata fecondata e raggiunge la maturazione ottimale abbassando la sua umidita’ specifica.
LA NOSTRA TECNICA COLTURALE
Il riso e’ una specie con elevate esigenze termiche e teme i repentini abbassamenti di temperatura. La temperatura minima di germinazione e’ di 12 gradi Celsius, per la crescita servono temperature costanti superiori ai 20 gradi Celsius; le temperature ottimali per la fioritura e la maturazione sono di 24-26 gradi Celsius.
Per questo motivo nei nostri climi il riso viene coltivato prevalentemente in acqua che svolge funzione termoregolatrice, ciononostante noi negli ultimi anni abbiamo investito in macchinari per seguire un altro orientamento sulla tecnica colturale, la semina in asciutta (a file interrate).
In questa tipologia di tecnica si procede ad una concimazione di fondo con concime organico dopodiche’ si procede all’aratura, fase nella quale vengono girati i residui colturali della precedente coltura nel terreno lasciando in superficie’ zolle di terra. Si passa ad uno spianamento per far si che la risaia risulti essere in piano perfetto. Viene rotta la crosta superficiale formatasi con prima un erpice a molle seguito poi da un erpice rotante. Ora che il letto di semina e’ preparato si procede alla semina che avviene con una seminatrice pneumatica che interra il seme sotto uno strato di terreno. Con questa tecnica non e’ necessario tenere la risaia allagata, in quanto il seme essendo sotto il substrato e’ al riparo da eventuali condizioni atmosferiche avverse, per l’irrigazione si procede pertanto a bagnature.
LAVORAZIONE
• Essicazione: il riso greggio ha un alto tenore di umidità che deve essere ridotto almeno al 14% per poter essere commercializzato.
• Sbramatura: serve per togliere il rivestimento più esterno ( glumelle ) e si ottiene il riso integrale.
• Sbiancatura: si asportano i rivestimenti (pula e farinaccio). Con una prima lavorazione si ha il riso semiraffinato, una lavorazione più spinta ottiene poi il raffinato.